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Il contesto educativo è progettato nella consapevolezza che nelle relazioni sociali il Bambino trova gli strumenti del proprio sviluppo.
La costruzione delle competenze passa quindi attraverso la relazione e viene co-costruita con l’adulto.
L’educatrice costruisce, insieme al gruppo educativo, un contesto relazionale funzionale alla crescita e allo sviluppo del Bambino, realizza attraverso gli strumenti che le sono propri, una delle finalità dell’educare: sostenere il Bambino nell’apprendere ad apprendere, ovvero nell’organizzazione di modalità proprie di conoscenza e di scoperta del mondo.

L’ambientamento è un momento molto delicato per tutti i soggetti coinvolti (bambino-educatore-genitore) in quanto prevede il passaggio da un ambiente famigliare ad uno sociale più allargato. L’ interazione tra i diversi soggetti crea l’opportunità di sentirsi parte di molteplici relazioni dove tutti sono intensamente coinvolti. Per il bambino l’ambientamento avviene in un contesto socialmente articolato, ricco di stimoli e situazioni pensate e strutturate tenendo conto che è un elemento  competente, capace di instaurare più relazioni contemporaneamente. Per la famiglia il nido è un’esperienza nuova in cui poter vivere, insieme al proprio bambino, momenti di gioco e di relazione fuori dal contesto famigliare. Per l'educatrice l’ambientamento rappresenta una nuova “avventura”, dove mettere in gioco le proprie capacità empatiche e di ascolto. In questi primi momenti di conoscenza reciproca si osservano le diverse dinamiche relazionali e si elaborano strategie sempre più personalizzate e flessibili per poter poi creare contesti adeguati ad accogliere le nuove famiglie e i loro bambini. Un buon ambientamento si realizza laddove tutti i soggetti coinvolti sono convinti e motivati: le difficoltà, inevitabili per ogni bambino e adulto, in questo delicato momento, si riescono a superare più facilmente quando le parti riescono a collaborare.

Il Lavoro per progetti ricerca e crea situazioni capaci di far emergere i pensieri dei bambini in un percorso di indagine e ricerca. Non si programmano obiettivi, ma si cerca di individuare momenti volti a sollecitare le motivazioni, a sostenere le azioni spontanee dei bambini, a facilitare comportamenti di scoperta, a elaborare nuove conoscenze da ciò che accade intorno. L'esperienza educativa è fare, osservare, sperimentare e costruire insieme agli altri. L’osservazione sistematica oltre a permettere la conoscenza approfondita dei bambini, consente di verificare la qualità del lavoro e di modificarne, eventualmente, la direzione. La progettazione per noi è da intendersi come movimento ricorsivo continuo, in simbiosi perfetta con l’osservazione e la documentazione.Lavorare per progetti è un processo di ricerca e sperimentazione nel quale bambini ed educatori formulano un problema e ne cercano la possibile soluzione.

La costruzione del progetto di sezione.

L'osservazione. Osservare è un atto provvisorio e parziale, ma non è mai una scelta solitaria, viene fatta dentro il gruppo di lavoro raccogliendo più punti di vista. Rendere possibili luoghi mentali e fisici, generativi di apprendimento, significa rispettare la soggettività, le differenze, l’unicità, l’irripetibilità di chi entra al nido; significa sostenere una idea di bambino che è biologicamente predisposto all’esplorazione, alla scoperta, alla comunicazione. Lo strumento indispensabile per questa fase è la scheda osservativa: uno strumento che tiene traccia delle buone domande da cui parte il lavoro di ricerca, dei contesti predisposti per sostenere le esplorazioni dei bambini a piccolo gruppo, dei focus osservativi che guidano l’osservazione stessa, dei linguaggi espressivi maggiormente utilizzati dai bambini.

Uno strumento progettuale tra progettazione e documentazione: la mappa concettualeLa progettazione educativa fa da struttura portante al pensiero progettuale, dà spazio all’ascolto, all’osservazione, alla documentazione e all’interpretazione. Compito degli educatori è rendere visibile i processi di apprendimento dei bambini, valorizzarli e valutarli in relazione a quelli degli adulti. La documentazione, in tal caso, diventa fonte di conoscenza dei bambini stessi. Mostrare e motivare le connessioni tra le fasi progettuali, orientare le osservazioni in base a focus e a domande specifiche, approfondire determinate piste progettuali, aprirsi a nuove possibili zone di indagine, dà vita ad un intreccio dinamico, aperto, in progress e conduce all’acquisizione di nuovi saperi. La mappa concettuale da reticolare e complessa scrittura progettuale si è trasformata in efficace processo documentativo, in materiale con cui argomentare la condivisione con le famiglie negli incontri di sezione, in traccia per la pubblicazione di fine anno. La documentazione al nido consente di:

  1. rendere visibile e coerente la storia della struttura
  2. arricchire attraverso le testimonianze la storia di ogni bambino
  3. condividere con altri l’esperienza formativa che il nido offre
  4. disporre di documenti e protocolli per la formazione e per il processo di autovalutazione

La documentazione è visibile giornalmente principalmente attraverso le bacheche, le cornici digitali,i pannelli informativi e il diario del giorno, che restituiscono i momenti più importanti della giornata attraverso parole, immagini, fotografie e verbalizzazioni degli stessi protagonisti.

La continuità zerosei anni.Quando parliamo del nido d’infanzia dobbiamo pensare a un servizio che si trova nel cuore strutturale della scuola d’infanzia Raisini. Grazie a questa convivenza, negli ultimi anni si è creata una stretta collaborazione tra le due anime della scuola, realtà che ha permesso di consolidare sempre di più il percorso continuità, a beneficio assoluto di bambini e genitori, che si trovano così a percorrere il passaggio tra un contesto educativo e l'altro, riducendo sensibilmente le possibili variabili di criticità e permettendo altresì, la possibilità di godere appieno delle nuove esperienze a cui certamente si andrà incontro nel continuare il processo educativo.