Il 15 giugno 1848 nasce a Modena, per iniziativa di una comunità di benemeriti cittadini, la Società privata degli Asili Infantili Urbani. Questa nobile istituzione, riconosciuta con disposizione Ministeriale il 3 settembre 1859, comincia a operare, col nome di Asilo Infantile Urbano di Modena, il 1° aprile 1860, ospitando, nella Chiesetta dei Servi, ben 30 bambini.
Nel corso degli anni, l’Asilo Infantile Urbano di Modena, si sostiene grazie alla pubblica beneficenza sia di attenti cittadini che di tanti Enti pubblici, come ad esempio il Comune, che con lungimirante impegno, gli concede una sede più ampia e più adatta alle nuove esigenze via via manifestatesi. In data 2 maggio 1870, infatti, l’Istituzione modenese, si trasferisce nello stabile di via Ganaceto, ex convento dei Rev. Frati Cappuccini raddoppiando il numero dei bambini ospitati, rispetto a quello originario.
Con Regio Decreto del 26 maggio 1872, l’Istituto viene eretto Ente Morale.
Il sostentamento continu ad essere assicurato dal contributo dei soci, dalle offerte dei privati e dai sussidi dell’Autorità comunale.
Nel 1907 l’Istituzione acquisisce il cospicuo patrimonio immobiliare del benemerito Dott. Emilio Raisini, che la nomina erede con testamento olografo del 7 maggio 1906, a condizione però che assumesse il nome di suo padre, Prof. Comm. Guglielmo, giurista insigne e poeta, docente di diritto romano presso l’Università di Modena. Il 26 gennaio 1908 la clausola viene accettata con animo grato dall’Assemblea dei soci e da questo momento, la Scuola prende il nome di Asilo Infantile Urbano Guglielmo Raisini.
L’eredità acquisita resta a lungo vincolata da usufrutto a favore della vedova del benefattore. Le rendite patrimoniali permettono, tuttavia, l’attivazione e lo sviluppo dell’asilo, sia pure tra tante difficoltà gestionali, in sedi diverse e a volte provvisorie. Soprattutto nel periodo a cavallo tra le due guerre, dove si verificano requisizioni, danneggiamenti, furti.
Nel 1938 a seguito dei Patti Lateranensi, i locali di via Ganaceto, vengono rivendicati dai Rev. Frati Cappuccini e l’amministrazione dell’Asilo fu costretta a cercare una nuova sede che, a questo punto, fosse anche in grado di dare risposte diverse alla cresciute esigenze, di ospitare oltre 200 bambini e fosse allo stesso tempo in grado di rispondesse alle nuove codifiche sanitarie, igieniche e pedagogiche.
Dopo laboriose trattative e ricerche, causa anche la scarsità di aree fabbricabili cittadine, si scelse di costruire la nuova sede di oltre 7000 mq, in via Mario Bonacini, quasi all’angolo con via Montegrappa, una bella località in pieno sviluppo sia economico che sociale. Il costo del terreno di 100.000 lire e quello del progetto di 400.000 lire, affidato agli ingegneri Emilio Vandelli e Giorgio Cuoghi e da loro realizzato, resero difficili le condizioni economiche della scuola.
Il rincaro dei generi di prima necessità e infine, le numerose iscrizioni dei bambini alla Scuola (che continuava a concedere ai piccoli ospiti la refezione giornaliera e il corredo necessario alla loro quotidianità), testimonianza comunque della soddisfazione delle famiglie verso il servizio offerto alla città, azzerarono le risorse dell’Asilo. Nonostante tutte queste difficoltà, la costruzione della nuova sede, che è poi quella attuale di Via Bonacini 195/A, viene portata a termine, utilizzando i residui proventi della vendita dei beni immobiliari lasciati in eredità dal compianto Dott. Emilio Raisini.
Nel frattempo, causa l’errata convinzione che si creò nell’immaginario collettivo cittadino, che voleva la Scuola Raisini economicamente solida e autonoma, grazie alla cospicua eredità ricevuta, gli Enti cittadini sospesero i loro sussidi annui o li ridussero sensibilmente, molti soci rassegnarono le dimissioni e di conseguenza vennero a mancare quasi totalmente lasciti e private elargizioni. Cosicché la rendita di cui godeva l’Asilo prima dell’eredità Raisini, subì una gravissima riduzione se non addirittura un totale azzeramento. Non si tenne conto, di due aspetti fondamentali: prima di tutto, che circa un terzo del patrimonio dell’Istituzione era in usufrutto alla vedova del munifico testatore, dott. Emilio Raisini, vita natural durante e in secondo che gli altri due terzi del patrimonio, per le norme rigorosissime della legge sulle Opere Pie, sarebbero state convertite in rendita pubblica dallo Stato, con riduzione quindi sensibilissima nei cespiti di rendita, che sono maggiori negli investimenti in titoli industriali e in terreni e fabbricati. L’autonomia gestionale dell’Asilo, debolmente supportata dai pochi soci sovventori ancora rimasti, si esaurì quindi definitivamente nel corso degli anni ‘70 a favore, fortunatamente, di una sempre più rilevante e presente partecipazione economica dell’Amministrazione comunale che, già dal 1975, mediante apposita convenzione, iniziò a contribuire in maniera sostanziale alle spese di funzionamento della complessa e importante struttura che la Scuola ormai è diventata.
Nel 1976 la Regione Emilia-Romagna approva un nuovo Statuto; l’Istituzione adesso è governata da un Consiglio di Amministrazione composto da tre genitori e da quattro cittadini eletti dall’Assemblea dei genitori e da due rappresentanti designati dal Comune di Modena.
Nel 1993, a cura del Commissario straordinario, nominato dalla Regione, vengono apportate nuove modifiche allo Statuto, approvato con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n° 599, del 1 luglio 1994; ora la Scuola è gestita da un Consiglio di Amministrazione composto da tre genitori eletti dall’Assemblea dei genitori e da due rappresentanti designati dal Comune di Modena.
Contestualmente si realizza una convenzione esclusiva con il Comune di Modena per la gestione del nido e della scuola dell’infanzia e si adotta il modello della gestione indiretta dei servizi tramite appalto; il Comune di Modena provvede ad accogliere in mobilità il residuo personale dipendente.
Nel 2001 la Scuola Materna Guglielmo Raisini ottiene il riconoscimento della parità scolastica ai sensi della Legge num. 62, del 10 marzo 2000, con Decreto Ministeriale n° 3088/494, del 5 giugno 2001.
Nel 2007 gli amministratori in carica autorizzarono un importantissimo progetto di ampliamento e ristrutturazione generale dell’edificio che non risponde più alle esigenze degli utenti e alle sempre più stringenti norme igieniche e di sicurezza. E’ stata una decisione rischiosa e sofferta, anche azzardata, per la notevole entità della ristrutturazione e la difficoltà dell’intervento in generale, per il costo e le responsabilità individuali che sono state assunte. Ma ha prevalso l’ottimismo e la fiducia nelle istituzioni locali alla paura. Infatti, con una decisione corale, la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, l’Amministrazione Provinciale e il Comune di Modena, storico partner della Scuola G. Raisini, hanno sostenuto il progetto che è stato realizzato nel triennio 2010/2013.
Nessun giorno di scuola è andato perduto durante questi tre lunghi anni di lavori e difficoltà e la rinnovata Scuola G. Raisini, adeguata alle nuove esigenze è stata così restituita ai bambini ed alle loro famiglie avviandosi a percorrere il terzo secolo di presenza sul territorio della città di Modena.
Il 23 marzo 2009 la Regione Emilia-Romagna, con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n° 79, approvando l'istanza presentata dall'IPAB "Scuola materna Guglielmo Raisini" di Modena (MO), avanzata in relazione a quanto disposto dal Consiglio di amministrazione dell'ente con deliberazioni n. 4 del 22 maggio 2006 e n. 5 del 22 ottobre 2008, convalida il nuovo statuto della "Fondazione Scuola materna Guglielmo Raisini" nel testo approvato con deliberazione del Consiglio di amministrazione dell'ente n. 5 del 22 ottobre 2008. La scuola conseguentemente perde la natura giuridica di IPAB ed assume la natura di persona giuridica privata ai sensi del DPCM 16 febbraio 1990, del DPR n. 361 del 2000 e della L.R. n. 37 del 2001. La scuola materna Guglielmo Raisini è la più antica scuola laica d'Italia.La Fondazione Scuola Materna Guglielmo Raisini, con il contributo dei suoi partner, quotidianamente lavora per portare avanti, nel migliore dei modi, il compito dell’accoglienza, della crescita, della partecipazione, della comunità che educa.
Il passaggio della scuola da Ipab a Fondazione