Vinicio Vecchi (Modena 1923-2007) è una figura di particolare rilievo nella storia dell’architettura modenese del secondo dopoguerra. Nato da una famiglia di decoratori e scultori (il fratello Veldo, scultore, collaborerà a molte opere) dopo il diploma ottenuto presso l’Istituto professionale di Belle Arti di Modena, si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1952, riprendendo gli studi iniziati nel 1942 presso la Facoltà di Architettura di Roma. Partecipa alla Resistenza, e dal 1946 è consigliere comunale del PCI a Modena. In quegli anni collabora con l’ingegnere Mario Pucci - per circa vent’anni Assessore comunale ai Lavori pubblici - alla realizzazione di importanti opere pubbliche e private.
Dal 1948 inizia in modo autonomo una cospicua produzione architettonica, con oltre 500 fra progetti e realizzazioni. Dal periodo della ricostruzione agli anni ‘80 Vecchi è parte di una stagione importante della cultura della Modena contemporanea, operando anche oltre i confini cittadini, in Emilia Romagna e in Italia, con un segno “moderno” e spesso con felici soluzioni progettuali. A Modena, le sue opere di impegno civile (Monumento ai Caduti per la Resistenza) le abitazioni private, le fabbriche e le officine, i palazzi (oltre 40 a Modena) i cinema (ne costruisce oltre 60 in Italia, e a Modena il più noto è il Cinema Principe) i lavori di più misurata complessità (Libreria Rinascita, Negozio Messori) gli edifici pubblici (Palazzetto dello Sport, Facoltà di Matematica)
la raffinatezza degli interni, entrano, spesso da protagonisti, in storie più vaste.
Sono la storia dell’architettura e dell’urbanistica di quel periodo, della ricostruzione postbellica e dello sviluppo economico e sociale dell’Italia dove l’Emilia-Romagna e Modena si inseriscono con un modello originale, basato su un complesso rapporto fra pubblico e privato.Vecchi ha amato il mestiere d’architetto e ha amato la sua città, con il rigore e l’attenzione del suo operare. Modena, ad un anno dalla scomparsa, si propone di restituire ai suoi cittadini il metodo di lavoro, il progredire e il concretizzarsi del fare, le opere più riuscite e quelle più contraddittorie di Vinicio Vecchi. La generosa donazione del suo archivio al Comune di Modena (e nelle specifico alla Biblioteca civica d’arte L. Poletti) per volontà della famiglia ha permesso di avviare una accurata analisi critica dell’opera e della figura dell’architetto.
Nel 2008 a cura dell’Assessorato ai Lavori Pubblici e dell’Assessorato alla Cultura, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti della Provincia di Modena, saranno promosse una serie di iniziative. Il convegno di oggi è l’occasione per analizzare l’attività di Vinicio Vecchi, presentando un primo studio critico delle opere e della figura dell’architetto, collegato alla narrazione del periodo storico e della cultura architettonica nell’ambito dei quali ha esercitato la sua professione. Un video con una selezione di progetti e interviste ad alcuni committenti, che mostrano il ruolo svolto dalla cultura sociale e imprenditoriale dell’ epoca, arricchirà il convegno. In seguito sarà allestita una importante mostra, con la pubblicazione di un catalogo con il regesto completo delle opere e saranno promossi itinerari guidati e seminari di studio.
Fonte: Architettiroma.it